Vorrei che qualcuno mi leggesse un trattato sull’amicizia, subito. Anche due, o tre, grazie.
Uno autorevole, che mi faccia capire se è così se funziona.
Se è così che deve andare.
Se tutto ruota attorno a serate pazze, viaggi, nottate sui libri. Esperienze condivise che quando finiscono portano con se anche quel sentimento che ci faceva sentire così frizzantine.
Vorrei capire se è così che funziona, l’amicizia. Perché si condivide con pochi, quella vera, lo so. Ma dove sta scritto che anche quei pochi debbano allontanarsi, quando le strade della vita ci portano verso impegni, frequentazioni, luoghi diversi?
Do la colpa ai ricordi, quelli che fanno male, che abbiamo condiviso con persone importanti. E quando vogliamo cancellare i ricordi, cancelliamo anche chi ce li riporta davanti agli occhi. Comprensibile, forse, ma ingiusto.
Persone che cambiano, o persone che si rivelano?
Io in questo soffro, alzo muri. Muri che cadono alla prima telefonata. O alla foto di quel bimbo appena nato, che si, ha proprio il profilo di quella pazza della tua amica.
Si legge di tutto sulle fasi evolutive dell’amore, ma qualcuno mi spieghi il processo (d-)evolutivo di quella che crediamo amicizia.